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L’auto che ti legge nel pensiero: il ‘sesto senso’ di Jaguar

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Jaguar CXF Concept

Un’auto in grado di capire se siamo assonnati, distratti o concentrati: pura utopia? Anche se nel corso degli ultimi anni le nostre quattroruote si sono dotate di apparati in grado di semplificare una serie di situazioni che in precedenza distoglievano e pericolosamente la nostra attenzione al volante – dalla consultazione di una mappa alla sintonizzazione manuale dell’autoradio – fino ad oggi l’esperienza di guida ci vede ancora sostanzialmente protagonisti, al controllo del mezzo e responsabili per la sicurezza dei passeggeri.

Il settore automotive sta però facendo passi da gigante, e il ruolo sempre più preponderante della tecnologia applicata al mondo delle quattroruote sta causando un terremoto che ridisegna anche le geografie industriali a livello globale, mostrando inedite alleanze tra i colossi tradizionali del settore e imprese dell’IT, impegnati a definire nuovi standard per le auto del futuro nel tentativo di migliorare ulteriormente il comfort del passeggero, le prestazioni del veicolo, e soprattutto, di garantire una maggiore – se non totale – sicurezza.

Prepariamoci dunque a mandare presto in pensione le nostre auto usate di vecchia generazione: i veicoli su cui viaggeremo nei prossimi anni saranno a tutti gli effetti “attivi”, capaci cioè di monitorare con elevati margini di precisione non solo l’ambiente circostante, – le condizioni della strada e del traffico e la velocità alla quale si viaggia – ma addirittura lo stato fisico del guidatore, grazie ad avanzati dispositivi biometrici installati a bordo.

Si avvicinano dunque i tempi di una perfetta simbiosi tra uomo e macchina? Stress e distrazione sono tra le cause principali di incidenti sulle strade di tutto il mondo, ed è proprio a partire da questo presupposto che Jaguar-Land Rover ha deciso di investire in un progetto di ricerca avveniristico, denominato “Sixth Sense”; di cosa si tratta esattamente? Attraverso sensori integrati nel volante e nel sedile, il veicolo è in grado di analizzare le onde cerebrali e alcuni parametri biometrici, quali frequenza respiratoria e battito cardiaco, riuscendo così a determinare il grado di attenzione del conducente; se il sistema rileva una condizione di pericolosa disattenzione o stress, la vettura risponde emettendo impulsi e vibrazioni sul pedale dell’acceleratore, agendo contemporaneamente sulle impostazioni della radio, dell’illuminazione di bordo e del climatizzatore.

Nel tentativo di integrare ulteriormente i dispositivi elettronici alle abitudini del conducente, Jaguar ha messo a punto anche il prototipo del “Predictive Infotainment Screen”, un apparato basato su telecamere interne all’abitacolo, in grado di analizzare i movimenti della mano, anticipando ad esempio l’intenzione di premere un tasto sulla base dei movimenti del conducente rilevati dal sistema. Stando ai risultati dei primi studi, grazie a questa soluzione aumenta del 22% la velocità di selezione di un pulsante, evitando che il conducente debba distogliere la sua attenzione anche solo per alcune frazioni di secondo; il veicolo inoltre, grazie a sofisticate tecnologie ‘mid air touch‘ basate sugli ultrasuoni, sarà in grado di fornire un feeback immediato al conducente sull’avvenuta esecuzione del comando desiderato, facendogli sentire un lieve formicolio sulla punta del dito, senza la necessità di toccare fisicamente la superficie del touch screen.

A questo punto la domanda nasce spontanea; con tecnologie sempre più in grado di prevedere le nostre intenzioni, avrà ancora senso parlare di piacere di guida?