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Monovolumi. La rivoluzione della Renault Scénic negli anni ’90.

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Renault Scenic

Alzi la mano chi, sommerso da bagagli, passeggini e borse della spesa, non ha desiderato almeno una volta nella vita di avere a disposizione un bel monovolume spazioso.

Diciamo la verità, sarà anche vero che per anni i costruttori non sono stati in grado di fondere comodità e design, producendo auto enormi poco aggraziate, ma quanto sono pratiche queste auto? Tantissimo.

Dalla Fiat 600 Multipla del 1956 alla Mitsubishi Chariot del 1975 – primo monovolume venduto negli USA – di strada ne è stata fatta dalle case automobilistiche, che hanno capito l’importanza di realizzare veicoli del genere per famiglie numerose, ma anche per esigenze professionali. Se inizialmente erano enormi e squadrati, con il passare degli anni i monovolumi sono diventati sempre più piacevoli alla vista, in alcuni addirittura belli, come, ad esempio, la Renault Scénic. Prodotta nel 1999, con il nome Renault Mégane Scénic, questo modello della casa francese ha avuto un enorme successo di vendite, grazie all’innovazione che portava con se, che le valse il titolo di Auto dell’anno nel 1997, quando era ancora un prototipo.

A differenza dei monovolumi precedenti, infatti, la Renault Scénic si differenziava per una novità importante: niente più dimensioni eccessive e ingombranti, ma un’auto compatta e al tempo stesso molto spaziosa e comoda, aumentando, invece della lunghezza, l’altezza.

Questo modello francese rappresenta uno spartiacque nel settore automobilistico. Dopo la presentazione della Renault Scénic, infatti, tutte le case automobilistiche europee furono costrette a correre ai ripari e progettare e realizzare monovolumi di nuova generazione.

Un’intuizione geniale quella degli ingegneri d’oltralpe, che valse alla Renault il titolo di precursore nel segmento dei monovolumi.

Non è un caso che ancora oggi, a 15 anni di distanza, questo modello sia ancora uno dei più venduti dai concessionari e dai portali web che vendono auto usate come il sito http://www.automobile.it/.

Perché chi fa la storia, non muore mai…